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Considerazioni a caldo su Ohissa!



La sveglia è fissata alle sei. Obbligatoriamente, perché l'intenzione è arrivare prima di pranzo. La direzione è verso sud, ma non si torna a casa. Questa volta no. Nonostante sia venerdì l'A14 non è ancora piena dei fuggitivi del weekend e agevolmente arriviamo nel sud delle Marche.

Quando dall'autostrada usciamo al casello di San Benedetto e ci immettiamo nella strada che porta ad Ascoli, il mare, che ci accompagnava alla nostra sinistra, lascia il posto alle colline e davanti a noi si iniziano a vedere le vette delle montagne. L'appennino.

Non sappiamo bene dove dobbiamo arrivare, abbiamo una posizione su whatsapp allegata ad un messaggio vocale di un paio di minuti che indica la strada da percorrere. Il paese di riferimento è Roccafluvione, ma scopriremo che ha più di 50 frazioni e dire Roccafluvione è un po' come riferirsi ad un piccola contea. Seguendo le indicazioni scopriamo ben presto che in questo territorio le strade appena asfaltate si alternano in maniera direttamente proporzionale a quelle in breccia che sembrano sentieri. Ed entrambe sono percorribili.

Quando vediamo la freccia gialla con scritto “Ohissa” capiamo di essere giunti, finalmente, sul posto. Siamo a Pesaturo, una frazione di Roccafluvione, nella provincia di Ascoli Piceno. Più o meno 350 km da Bologna. Da qui si vedono distintamente i monti della Laga, ma anche il Vettore e, prima del tramonto, addirittura il Gran Sasso.

Pesaturo è a più 700 metri di altezza, è composta più o meno da una decina di case e dista dal centro di Roccafluvione una ventina di minuti di auto. È un centro abbastanza isolato, di quelli per il quale non esiste nemmeno google street view. In questa località, Emidio di Treviri, un gruppo di inchiesta e di ricerca/azione militante sul post-sisma e sulle aree interne del Centro Italia, ha avviato la prima esperienza di autocostruzione di un bene comune.

Ci troviamo a pochi km dal cratere del terremoto del 2016, quello che con varie scosse è durato diversi mesi, fino al 2017. Un terremoto che ha visto coinvolte ben quattro regioni: Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche e per il quale sono evidenti i ritardi nella ricostruzione delle aree colpite.

In questo contesto il gruppo di Emidio di Treviri ha deciso di chiamare a raccolta una collettività di persone con l'obiettivo di recuperare un rudere attraverso tecniche costruttive tradizionali, a bassissimo impatto ambientale e ad un autofinanziamento popolare nel cuore di un borgo quasi del tutto spopolato.

Dal canto nostro, siamo partiti con videocamera e microfono in mano, non molto consapevoli di quello che avremmo trovato, ma intenzionati a cercare di rappresentare il cantiere in tutti i suoi aspetti. Invece, le sorprese sono stante tante e abbiamo trovato molto altro. Abbiamo trovato una comunità che cerca di combattere l'abbandono del proprio territorio, abbiamo conosciuto che cos'è una comunanza, cosa fa una cooperativa di comunità e un ecomuseo. Abbiamo girato per borghi diversissimi tra loro, Agelli, Scalelle, Meschia. Tutti, ovviamente, facenti parte di Roccafluvione. Abbiamo visto crolli, abbandoni, ma soprattutto la voglia di resistenza di chi cerca di rimanere, perché il terremoto ha fatto cadere il velo e ha reso palesi i problemi che vivono le aree interne, in primis lo spopolamento dovuto soprattutto alla mancanza di lavoro. Lavoro che non può essere recintato al solo turismo, intendendo queste località solo come luna park d'avventura. Per riportare il lavoro a queste quote e a queste latitudini bisogna riprendere quel legame che l'essere umano aveva con la natura e che il sistema industriale ha sostanzialmente allontanato.

Il cantiere, poi, non è solo un cantiere vero e proprio. È qualcosa di più. È uno spazio di confronto e discussione sui temi legati alle aree interne e non solo. È uno spazio in cui si lavora scoprendo materiali nuovi, canapa usata come isolante o intonaci di argilla e paglia. Uno spazio nel quale la collaborazione ed il concetto di comunità sono posti prima dell'individuale. Uno spazio che presto avrà una casa.







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