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La voragine




Dal 19 ottobre Alfredo Cospito, militante anarchico, sta conducendo uno sciopero della fame in carcere. Sta protestando contro il regime di carcere duro, il 41bis, e la sua condanna a venti anni di reclusione potrebbe anche trasformarsi in ergastolo ostativo, cioè l’ergastolo che non prevede la possibilità di accedere ai benefici di legge.

Cospito è in carcere da più di dieci anni, di cui sei scontati in regime di alta sicurezza, ma da alcuni mesi il ministero della giustizia ha stabilito che è “in grado di mantenere contatti con esponenti dell’organizzazione eversiva di appartenenza”, e perciò ne ha deciso la sua reclusione in regime di 41 bis.

Fino alla scorsa primavera, infatti, Cospito poteva comunicare con l’esterno, inviare scritti e articoli, contribuire a riviste anarchiche, ricevere corrispondenza, usufruire di colloqui in presenza e telefonici, socialità, biblioteca. Ora, invece, le lettere in entrata vengono trattenute, perciò ha deciso di auto censurare anche quelle in uscita. Non ha accesso alla biblioteca d’istituto, può avere un solo colloquio al mese e nessuna telefonata.

Per i legali di Cospito, questo regime “si traduce in condizioni di detenzione ai limiti dei trattamenti inumani, nell’assenza di attività rieducative e nell’impossibilità di accedere alle misure alternative”. Una “vera e propria deprivazione sensoriale”, contro cui il detenuto ha deciso di protestare nell’unica forma che gli era possibile mettere in atto.

Nel 2014 Cospito è stato condannato a 10 anni e otto mesi per il ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, avvenuto a Genova due anni prima. Inoltre, mentre era in carcere, nell’ambito di un procedimento contro l'area anarchica, Cospito è stato riconosciuto come "capo e organizzatore di un’associazione con finalità di terrorismo” e autore materiale di un attentato alla scuola allievi carabinieri di Fossano, vicino Cuneo, dove nel giugno del 2006 furono esplosi due ordigni a basso potenziale. Non ci furono morti né feriti. Secondo i giudici, però, fu solo una casualità.

Per questi reati Cospito è stato condannato in primo e secondo grado a vent’anni di reclusione. Ma a luglio la corte di cassazione ha ridefinito il reato: da “strage contro la pubblica incolumità” in “strage contro la sicurezza dello stato”. Il nuovo reato prevede l’ergastolo ostativo, che impedisce al detenuto di usufruire dei benefici penitenziari, a meno che non decida di collaborare con la giustizia.


DI questa storia ne abbiamo parlato nella puntata, la Voragine. Che prende il nome da questa graphic novel di Zerocalcare che si può liberamente leggere qui.




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